Il tappo è il completamento della bottiglia e la tappatura è il coronamento di tutto il processo del lavoro svolto in vigna e in cantina: la sua importanza quindi non è affatto da sottovalutare.
In sughero, silicone, plastica, a vite e a corona, i tappi sono davvero di molti tipi: i più utilizzati per vini di qualità sono ovviamente quelli di sughero, anche se per quelli da bersi giovani si stanno diffondendo quelli di silicone. Il sughero è il materiale che garantisce al vino una lentissima maturazione in bottiglia, con variazioni quasi impercettibili: si parla di “affinamento in ambiente riduttivo”, cioè in assenza di ossigeno, con variazioni nel colore, sempre più pacato, nei profumi, sempre più complessi, e nel sapore, nel quale si spegne la vivacità giovanile a vantaggio di una maggiore maturità.
Il sughero dispone di doti che lo rendono, per ora, insostituibile: porosità, leggerezza, elasticità, impermeabilità, coibenza. Tutto questo si deve al fatto che ogni suo centimetro cubico contiene centinaia di cellule aggregate con tantissima aria. Il fascino e l’utilità del sughero resistono, anche se, stappando una bottiglia, a volte si può percepire quello sgradevole “odore di tappo”, un po’ pungente, che torna anche al gusto. Questo è un difetto che nasce dalla presenza naturale di microrganismi presenti nelle sue fessure, o dal processo di produzione dei tappi, ed al momento purtroppo è ineliminabile. Comunque la percentuale di bottiglie difettate per fortuna rimane molto bassa. Esistono diversi tipi di tappo in sughero, a seconda del vino più o meno pregiato che sono chiamati a proteggere: monopezzo, colmato, compensato, agglomerato, twintop, incapsulato. I tappi monopezzo sono i migliori, ma anche i più costosi, per cui sceglieteli se avete investito in un vino sfuso di pregio come il nostro Barbera d’Asti Superiore DOCG, e se disponete di un luogo idoneo alla conservare delle bottiglie dove lasciarlo maturare. Se invece dovete imbottigliare un vino per il consumo quotidiano, di qualità e da bersi entro pochi anni, ci sentiamo di consigliarvi serenamente i tappi in agglomerato, più economici, ottenuti da una miscela di granella di sughero e collanti.
Il silicone invece è un materiale che non permette alcun scambio di ossigeno con l’esterno e può avere un utile impiego per i vini da consumare in tempi brevi.
I tappi a vite e i tappi a corona sono le tipologie più economiche, e negli ultimi tempi sono rivalutati anche dal mondo professionale (ma nell’imbottigliamento professionale i tappi a vite sono differenti perché hanno un colletto di sicurezza e la capsula, quindi isolano molto di più il vino). È però importante controllare il buono stato del tappo (non riciclate i tappi a corona) e effettuare con cura la tappatura per evitare una precoce ossidazione e degradazione del vino. Per precauzione, utilizzateli solo se pensate di consumare il vino entro un periodo di tempo davvero breve.
La tappatrice è indispensabile per tappare le bottiglie con tappi di sughero. Anche di tappatrici ne esistono diversi modelli. È preferibile acquistare una tappatrice di buona qualità, affinché siano garantiti degli indici stantard minimi nell’inserimento del tappo. A tappatura ultimata devono rimanere dai 1,5 cm ai 2 cm di spazio vuoto tra il tappo e il vino perché è necessario che nella bottiglia sia presente la giusta quantità di aria. Considerate anche che con l’innalzamento della temperatura il vino aumenta un po’ di volume. Quindi, nel caso di un repentino innalzamento della temperatura, un volume d’aria troppo piccolo potrebbe causare un pericoloso incremento della pressione interna. Ma attenzione, NON lasciate più di 2 cm! Altrimenti l’ossigeno presente ossiderà il vino e perderete la bottiglia. Invece, il tappo deve entrare nel collo in modo da lasciare circa 1 mm di spazio tra questo e la sommità della bottiglia stessa.
Se le voleste poi coricare le bottiglie, vi consigliamo però di tenerle in piedi almeno una mezza giornata per garantire la perfetta adesione del tappo alle pareti della bottiglia. Il tappo impiegherà infatti un po’ di tempo a recuperare tutta l’elasticità e ad aderire bene al collo della bottiglia.
Un ultimo dettaglio, ma in realtà molto importante, riguarda la rimanenza nella damigiana. Non è consigliabile tenere delle damigiane semi vuote perché il vino si rovinerebbe. Meglio imbottigliare tutto il contenuto della damigiana in una sola volta.
Ora il vostro vino è pronto per essere bevuto!!!